Proiezione del film “Nel nome di Antea - l'Arte italiana al tempo della guerra”.
Quando un paese entra in guerra, a cosa va incontro il suo patrimonio artistico?
L'UNESCO definisce patrimonio culturale quelle risorse che consentono l'identificazione culturale e i processi di sviluppo degli individui e dei gruppi e che essi, implicitamente o esplicitamente, desiderano trasmettere alle generazioni future.
I beni culturali comunicano simboli, pensieri e valori che rappresentano il multiculturalismo e il pluralismo umano attraverso la loro espressione storica, artistica e letteraria, sottolineando il loro valore intergenerazionale.
E' in questo contesto che, in nome della loro capacità di tramandare la storia e la tradizione di un popolo, i beni culturali assumono importanza fondamentale e sono riconosciuti dall’Agenda 2030 sullo Sviluppo Sostenibile ONU come parte integrante del processo di realizzazione dello sviluppo sostenibile (Goal 11.4).
Le guerre da sempre minano il patrimonio culturale delle popolazioni attraverso distruzioni e sottrazioni.
Nel nome di Antea racconta il salvataggio del patrimonio artistico italiano durante la seconda guerra mondiale, per merito di un pugno di giovani dirigenti delle Belle Arti. Inizialmente protessero le opere dai bombardamenti nascondendole in luoghi distanti dalle città e dopo l'armistizio cercarono di metterle al riparo dall'avanzare della linea del fronte e da possibili razzie.
Cinzia Iossa (Università Roma Tre), Massimo Martella (Regista), Paolo Tinti (Università di Bologna e AIB Emilia-Romagna).